22 febbraio 2019
Chirurgia dell'epilessia: quali forme di chirurgia sono idonee all'intervento?
La cura dell'epilessia è inizialmente di tipo farmacologico, ma in alcuni casi è necessario ricorrere alla chirurgia dell'epilessia
65 Milioni di persone nel mondo, 500mila solo in Italia, soffrono di epilessia. Spesso i farmaci riescono a controllare i sintomi più invalidanti di questa patologia; talvolta però è necessario intervenire chirurgicamente per consentire ai pazienti di ottenere una migliore qualità di vita. In questo articolo cercheremo di chiarire quando la chirurgia dell’epilessia è l’opzione terapeutica più idonea.
Cos’è l’epilessia?
L’epilessia è una malattia neurologica che colpisce la corteccia cerebrale e può essere causata, a seconda dell’età di insorgenza, da fattori genetici o da danni al cervello (traumi cranici, ictus, malattie infettive, tumori).
I sintomi causati da questa malattia sono numerosi e questo è uno dei motivi per cui è più opportuno parlare di “epilessie” piuttosto che di epilessia. Essi possono spaziare dalla perdita di orientamento, alle allucinazioni visive e olfattive, dal dolore allo stomaco accompagnato da rossore al volto e malessere fino alla comparsa di stati d’animo di agitazione associati a nausea.
Il sintomo “per eccellenza” dell’epilessia è però rappresentato dalle crisi epilettiche di natura convulsiva, caratterizzate da irrigidimento muscolare, scosse, bava alla bocca e perdita di conoscenza. Le crisi sono dovute ad una scarica elettrica anomala e prolungata delle cellule nervose della corteccia cerebrale e possono essere classificate come:
- generalizzate: presenti più punti della corteccia cerebrale;
- focali: presenti in una sola regione della corteccia cerebrale.
Qualsiasi sia la classificazione, si tratta di episodi traumatici e che in alcuni casi limitano la libertà di chi ne soffre: spesso, per fare solo un esempio, una persona affetta da epilessia con crisi convulsive frequenti non può guidare in quanto un attacco improvviso potrebbe mettere a rischio la sua vita e quella degli altri. Intervenire su queste crisi è importante per migliorare la qualità della vita delle persone affette da epilessia.
Come si cura l’epilessia?
FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’EPILESSIA. Le crisi epilettiche sono il bersaglio principale di molte terapie per la cura dell’epilessia. La prima scelta terapeutica, una volta diagnosticata la malattia, è di tipo farmacologico. I farmaci, generalmente, riescono infatti a controllare le crisi con successo. Ne esistono circa una quindicina, che possono essere usati singolarmente o in associazione; spetta chiaramente al medico, a seconda dello stato di salute del paziente, della sua risposta alla cura e della gravità della malattia, scegliere il principio attivo e la posologia più adatta. I principali medicinali sono: Fenitoina, Topiramato, Sodio valproato, Clobazam, Clonazepam, Ezogabina, Lacosamide.
CHIRURGIA DELL’EPILESSIA. In alcuni casi l’epilessia può essere trattata a livello chirurgico; nei pazienti candidati all’intervento le crisi epilettiche hanno due caratteristiche principali:
- NON sono controllate dalla terapia farmacologica. Abbiamo visto che il primo trattamento indicato per la cura dell’epilessia è di tipo farmacologico; i medicinali spesso controllano perfettamente le crisi oppure le riducono notevolmente. Esistono però pazienti affetti da epilessie farmaco-resistenti, che hanno cioè testato almeno due farmaci con massimo dosaggio senza trarne alcun beneficio.
- Originano in un punto della corteccia cerebrale ben identificabile. Le crisi epilettiche sono dovute ad una scarica elettrica, anomala e prolungata, dei neuroni; il paziente che può essere operato chirurgicamente è quello in cui l’area del cervello in cui hanno origine queste crisi è ben identificabile grazie ad accertamenti sofisticati. Nello specifico ci deve essere una corrispondenza anatomo-clinica tra i risultati dell’elettroencefalogramma, che segnala le alterazioni delle onde cerebrali dovute alle crisi, e i risultati della risonanza magnetica, che segnala l’area da cui partono queste alterazioni. Generalmente il paziente sottoposto a chirurgia dell’epilessia è quello affetto da epilessia del lobo temporale medio. MA vi sono possibilità di intervento anche qualora vi sia un interessamento di altre aree cerebrali.
Ma in cosa consiste l’intervento?
La chirurgia dell’epilessia consiste nella rimozione dell’area cerebrale da cui hanno origine le crisi epilettiche (a patto ovviamente che quest’area non svolga una funzione neurologica primaria come il movimento, la vista o il linguaggio). I pazienti sottoposti a questa operazione hanno il più delle volte un’ottima risposta all’intervento e possono interrompere del tutto la terapia farmacologica, in quanto guariscono, oppure ridurla drasticamente.
Esiste anche un altro tipo di chirurgia, non potenzialmente curativa come quella appena descritta, che può essere impiegata per il trattamento dell’epilessia. Consiste nel posizionamento, a livello del collo, di uno stimolatore che rilascia impulsi elettrici al cervello tramite il nervo vago con l’obiettivo di ridurre le crisi. Anche in questo caso i possibili candidati soffrono di epilessia farmaco-resistente, ma a differenza dei pazienti per cui è possibile rimuovere l’area da cui partono le crisi, questo tipo di chirurgia è indicata quando l’area di origine NON è identificabile.
TRATTAMENTO GAMMA KNIFE PER LA CURA DELL’EPILESSIA. In casi piuttosto rari, è possibile trattare l’epilessia anche con radiochirurgia stereotassica, in particolare con Gamma Knife. I candidati ideali soffrono di un tipo di epilessia potenzialmente trattabile a livello chirurgico (quindi con un’area di origine identificabile tramite elettroencefalogramma e risonanza magnetica) ma non possono essere operati in quanto anziani o con problemi clinici particolari. L’intervento consiste nell’emissione precisa di raggi gamma, che agiscono sulla zona da trattare senza danneggiare le aree cerebrali circostanti. Si tratta di una terapia mini-invasiva con un ampio raggio di applicazione, ma che nel caso dell’epilessia non rappresenta la prima scelta terapeutica. Cliccando qui ulteriori dettagli.
Ne parla il Dott. Franzin nel seguente video:
Il dott. Alberto Franzin, neurochirurgo, visita ed opera a Brescia presso l’Ospedale Fondazione Poliambulanza, inoltre visita privatamente a Milano, Cosenza, Taurianova (Reggio Calabria) e Lecce.