17 ottobre 2018
Dolore cervicale: quando si tratta di ernia del disco?
Una cervicalgia molto intensa e prolungata potrebbe essere la manifestazione di un'ernia del disco.
Circa il 20% della popolazione è soggetto ad episodi più o meno saltuari di cervicalgia, una condizione caratterizzata da un intenso bruciore che si sviluppa a partire dal collo e si irradia lungo le braccia e la testa.
Le cause di questo dolore possono essere diverse, dal mantenimento prolungato di posizioni scorrette, soprattutto durante l’attività lavorativa, alla mancanza di attività fisica strutturata, ai traumi acuti occasionali, fino alle tensioni di tipo psico-emotivo.
Quando la cervicalgia si manifesta in modo particolarmente intenso e diventa cronica (si protrae cioè oltre i tempi normali di guarigione, circa 3-6 mesi), è possibile che sia causata da un’ernia discale. Questa condizione si verifica perchè il nucleo polposo che si trova tra un disco intravertebrale e l’altro fuoriesce dalla sede naturale compromettendo la normale funzione delle strutture nervose situate nelle zone periferiche. Nel caso dell’ernia cervicale ad essere coinvolte sono solitamente le vertebre comprese tra la C4 e la C7, all’altezza del tratto della colonna dotato di maggior mobilità in flesso-estensione e quindi più facilmente soggetto a microtraumi ripetuti.
Ernia cervicale dura e molle: le tipologie
A seconda della consistenza, l’ernia del disco cervicale si distingue in molle o dura. L’ernia cervicale molle è la forma più frequente e consiste nell’erniazione del solo nucleo polposo. Solitamente insorge per usura e degenerazione del disco, in seguito a colpi di frusta o traumi di vario genere. Si manifesta con dolore al braccio e al collo, in modo particolarmente acuto al mattino, e con una costante sensazione di rigidità a livello cervicale. L’ernia cervicale dura consiste invece nella degenerazione del nucleo polposo associata a osteofitosi, un processo degenerativo per cui le vertebre sviluppano neoformazioni chiamare osteofiti a forma di becco. In alcuni casi a questa condizione si può associare il restringimento (stenosi) del canale neurale dove la radice del nervo esce dal canale vertebrale. I sintomi, che insorgono in modo graduale, sono deficit muscolari, alterazioni dei riflessi osteo-tendinei e dolore radicolare.
Dolore, il sintomo più evidente di ogni ernia cervicale
Abbiamo visto che a seconda della tipologia, l’ernia cervicale può manifestarsi in modo diverso e con differenti sintomi. In generale, però, indipendentemente dalla consistenza dell’ernia, chi soffre di questa patologia lamenta dolore alla testa, al collo e alle braccia a causa della compressione e dell’infiammazione delle terminazioni nervose di questi tre distretti.
Semplice dolore cervicale o ernia? Serve una diagnosi!
Per capire se un dolore prolungato a livello cervicale è causato da un’ernia del disco o meno, è necessario effettuare alcune indagini diagnostiche. Generalmente possono essere prescritte: TC (tomografia computerizzata), RM (risonanza magnetica) o radiografia del collo.
Quando gli esami sopraindicati non evidenziano un’ernia cervicale, ma questa è fortemente sospettata, si può procedere con ulteriori approfondimenti come mielografia e discografia. Entrambi questi esami sono piuttosto invasivi e vengono pertanto prescritti solo se strettamente necessari.
Trattamento dell’ernia cervicale: terapia conservativa o chirurgia?
La terapia prevista in caso di ernia cervicale è inizialmente di tipo conservativo, anche perché la maggior parte dei problemi discali tende a migliorare spontaneamente in circa 6-12 mesi, e ha come obiettivo il controllo dell’infiammazione e del dolore. Consiste nella prescrizione di farmaci antinfiammatori, antidolorifici e cortisonici, associata a riposo, terapia fisica (massaggi e ultrasuoni) o fisioterapia.
La chirurgia è indicata solo nel caso in cui la terapia conservativa non abbia avuto successo; l’intervento più comune è la microdiscectomia: il neurochirurgo incide la cute del collo del paziente e tramite la guida di un microscopio rimuove l’ernia e sostituisce il disco usurato con piccole protesi intravertebrali.
L’approccio è mini-invasivo e la convalescenza post-intervento è minima. L’intervento chirurgico si associa di solito a una buona risoluzione del dolore al braccio e degli eventuali problemi neurologici; persiste talvolta una dolenzia a livello della muscolatura cervicale.
Ne parla il Dott. Franzin nel seguente video:
Il dott. Alberto Franzin, neurochirurgo, visita ed opera a Brescia presso l’Ospedale Fondazione Poliambulanza, inoltre visita privatamente a Milano, Cosenza, Taurianova (Reggio Calabria) e Lecce.